Home > Associazioni regionali > Intervento di Dino Gasparri

Eminenza, Sindaco, Presidente, Consiglieri,
intervengo a nome del gruppo dei Democratici di Sinistra che rappresentano oggi quella forza politica in cui si sono incontrate e contaminate culture politiche della solidarietà e del progresso, quella socialista, quella laica e quella cristiano-sociale.

Quando un anno fa il Sindaco di Roma e il Consiglio Comunale hanno conferito la cittadinanza onoraria a Sua Santità Giovanni Paolo II è stato il segno del nostro affetto e del nostro rispetto nei confronti del Vescovo di questa città, proprio per quell’attenzione continua, quell’amore, quello spirito di accoglienza che ha sempre avuto per Roma. Noi come amministratori e rappresentanti politici della città, ognuno con una nostra differente storia, cammino e provenienza, credenti e non credenti, siamo stati sollecitati dall’azione e testimonianza di Sua Santità rispetto ad alcune emergenze e disagi quali la situazione carceraria, le povertà più estreme, l’accoglienza nei confronti degli immigrati, e il ruolo di Roma come capitale di pace ed incontro delle religioni e delle culture.
Voglio ricordare l’appello ad una giornata di digiuno per la pace a cui hanno aderito personalmente, a prescindere dalle proprie appartenenze e dal proprio credo, tutti i consiglieri comunali accomunati dallo stesso desiderio di pace. Ma io voglio inoltre ricordare le parole che il Papa ha pronunciato quest’anno in occasione della giornata della Pace: “Non c’è Pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono”.
La comunità cittadina ha sempre sentito la comunità ecclesiale come parte di sé. La comunità ecclesiale infatti, nelle sue diverse espressioni e testimonianze collettive e personali caratterizza la vita e l’esperienza sociale ed umana di Roma: il volontariato e l’associazionismo cattolico oggi rappresentano un patrimonio significativo ed insostituibile che è parte integrante e risorsa della nostra città. Le parrocchie sono oggi un luogo anche di aggregazione sociale ed umana, un tessuto ed una rete che contribuiscono a definire una città più aperta e accogliente, in una dimensione di incontro e di dialogo anche verso i non cristiani e i non credenti.
Roma e i suoi cittadini sentono particolarmente vicino il loro Vescovo proprio perché Sua Santità ha dedicato una parte significativa del suo pontificato, con spirito missionario, alla visita alle parrocchie, alla conoscenza, all’incontro, alla condivisione.
Questa chiesa romana, accogliendo le indicazioni del Pontefice, ha sempre messo al centro della propria pastorale la dignità della persona. A partire dal convegno sui mali di Roma del 1974 e dalla testimonianza e dall’impegno di persone quali don Luigi Di Liegro, persone che hanno accompagnato, stimolato anche in modo critico la stessa funzione ed azione di noi amministratori ricordandoci che “una città che produce emarginazione non è più una comunità…”.
Infine non è senza significato che Sua Santità ha definito la città come una comunità di persone e di famiglie e che la solidarietà deve essere la caratteristica principale dell’anima di ogni città. Queste parole ci riportano a quell’impegno che lo stesso Sindaco e noi amministratori ci siamo assunti perché in questa città “nessuno si senta solo”.
Per questo, valori fondamentali quali l’accoglienza, la solidarietà, il dialogo, la politica come servizio, l’attenzione ai deboli e la giustizia sociale, la diversità come ricchezza sono il terreno comune di incontro e di impegno di mondi diversi e distinti, ma che hanno il loro punto di incontro nella costruzione di una città giusta ed a misura della Persona.
Coerenti con questo impegno, ad esempio, in questi giorni il Consiglio Comunale sta per approvare la delibera sull’elezione dei consiglieri aggiunti e sulla consulta rappresentativa delle comunità straniere.
Ma la comunità romana non è solo stata attenta a quanto più direttamente riguardava la città di Roma ma ha preso dall’insegnamento universale di questo pontefice stimolo per il proprio impegno. Ad esempio:

  • Abbiamo ascoltato, tra l’altro, l’insegnamento della “Centesimus Annus” quando ci ha ricordato che la persona e non il profitto debbono essere al centro dell’azione politica.
  • Abbiamo vissuto insieme al pontefice il grande Giubileo del 2000 che ci ha invitati ad una vera riconciliazione con tutti gli uomini e con il creato.
  • Abbiamo assistito alle Giornate Mondiali della Gioventù e con lui condividiamo la fiducia e la speranza nelle nuove generazioni e la responsabilità loro affidata.
  • Condividiamo la preoccupazione per la famiglia consapevoli che tocca a noi laici trovare politiche giuste senza limitarci a interventi assistenziali.

Oggi che il dolore e la sofferenza segnano il pastore della chiesa di Roma, testimone di una anzianità vissuta con pienezza, troviamo più chiari i segni della profezia e del futuro, segni che ci richiamano noi tutti ad un impegno più forte e severo per un mondo ed una città più libera e giusta.